Un giorno, per un emerso e stringente bisogno di comprendere, abbiamo assegnato alla verità la proprietà dell’essere. Tuttavia si trattava ancora della verità degli oggetti.

Ma non ci è bastato, volevamo sapere dove trovarla, e allora abbiamo voluto la verità negli oggetti e per questo abbiamo deciso di metterci dentro l’essere, financo imprigionandolo, pur di vederlo lì (qui) e dire: è vero.

Non paghi, affinché non fosse anche altrove, non potendo fermare il tempo, abbiamo impedito che scorresse, per vederlo ora e sempre e dire: è eterno.

Grandi e paffutelli ci siamo liberati dalle categorie metafisiche, ma neanche per un attimo abbiamo pensato di liberare l’essere. E in quelle segrete quanti esperimenti, torture e ossessioni…

Ma mai siamo stati a trovarlo laggiù? Mai siamo scesi fino a raggiungerlo? Di là dalle sbarre scrutando, altri non troveremmo che noi stessi.

E intanto la verità, in fuga si dispera, senza fine, per ciò che non ha fatto per amor dell’essere.